Cabras e la meravigliosa Penisola del Sinis, sono sicuramente tra le mie zone preferite in Sardegna. Terre sconfinate che si perdono a vista d’occhio tra campi di riso e altre coltivazioni. Un patrimonio archeologico tra i più vasti, ma ancora poco conosciuto, nonostante la sua grande importanza.
Cabras è la culla dei pescatori di muggini, che donano l’oro del mare, la bottarga, una delle specialità della zona. È tradizione con la storica Corsa degli Scalzi e scrigno dei Giganti di Mont’e Prama, la più grande scoperta archeologica nel Mediterraneo.
Attraverso un itinerario da fare in due giorni, cercherò di raccontare al meglio questa terra.
Cabras
Cabras è una cittadina dell’oristanese di quasi 9000 abitanti, situata in una sponda dello stagno di Mare ‘e Pontis e circondata da estesi campi di coltivazioni agricole.
Nonostante sulla carta sia una cittadina, nella realtà conserva la sua anima da piccolo paese di pescatori, con molte case che si affacciano sull’omonimo stagno. Si conservano ancora le tante vecchie abitazioni tipiche, fatte in terra cruda, che rappresentano uno dei patrimoni dell’architettura sarda di un tempo.
Un tempo in cui Cabras veniva chiamata “Veneziedda”, la piccola Venezia dell’oristanese. Le continue esondazioni del vicino fiume Tirso, infatti, la rendevano ricca di canali, praticabili solo con le barche. Quelle tipiche ovviamente, che in questa zona vengono chiamate “fassonis” e che ogni 24 maggio si possono vedere in processione nello stagno di Cabras.
Is fassonis sono le tipiche barche dei pescatori, fatte di canne e che venivano utilizzate per la pesca. La pesca fiorente è sicuramente quella legata al muggine, da cui proviene la specialità di questo luogo, sua maestà la bottarga.
La bottarga di Gusti Pregiati
Impossibile spiegare il suo sapore prelibato a parole, una delicatezza che rende unico ogni piatto. La pesca del muggine viene fatta nella stagione più calda, da maggio a settembre. Da questo pesce si estraggono le uova, che verranno successivamente pressate, essiccate e salate secondo metodi tradizionali.
L’origine della bottarga si pensa appartenga ai fenici, anche se il nome deriva dall’arabo. Il popolo arabo era molto conosciuto per le sue doti culinarie, che esportava in tutte le aree del Mediterraneo. La pesca del muggine è quindi un rituale che di anno in anno viene praticato nelle peschiere vicino a Cabras. A tal proposito vorrei consigliarvi di fare una tappa a quella di Mar’e Pontis, per vedere coi vostri occhi il luogo di questa importante realtà produttiva. Il complesso comprende tutti gli spazi necessari alla pesca e una piccola chiesa sconsacrata. Sempre nella peschiera si trova l’omonimo ristorante, in cui assaggiare le prelibatezze di pesce del luogo.
Visitare l’azienda di Pino Spanu, Gusti Pregiati, è uno dei piccoli onori che ho avuto durante la visita a Cabras. Da quasi vent’anni lui e la sua famiglia, lavorano la bottarga in maniera del tutto artigianale, preservandone la qualità attraverso l’accurata selezione delle materie prime. Sul loro sito potrete acquistare sia i loro prodotti, ma anche trarre ispirazione per le vostre ricette sfiziose https://www.gustipregiati.org/
Sa Marigosa
A proposito di prodotti genuini, durante l’itinerario a Cabras ho avuto anche la fortuna di visitare Sa Marigosa. Un’azienda agricola da anni specializzata nella coltivazione biologica, puntando alla produzione di ottima qualità.
L’azienda nata nel 1986, è conosciuta per la vasta gamma di prodotti che propone, dai sottoli, ai sughi, all’olio, alla frutta e verdura, vendute anche in loco. Direttamente dal campo al consumatore, facendo punto forte dell’azienda, la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti. Inutile dirvi che dovete assolutamente farci un salto se amate la bontà dei cibi genuini, coltivati nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo.
L’azienda si trova nei dintorni di Cabras, proprio di fronte a Mont’e Prama, dove ancora si possono osservare gli scavi che hanno portato alla luce le statue di arenaria dei Giganti.
Museo Civico Giovanni Marongiu
Cabras deve la sua fama mondiale a una delle scoperte più incredibili del secolo, oggi custodita nel Museo Civico Giovanni Marongiu. Sto parlando come molti di voi sapranno dei Giganti di Mont’e Prama. Il ritrovamento di 28 statue di arenaria gassosa, alte 2 metri o più, in una necropoli a due chilometri da Cabras durante i lavori agricoli di un contadino. Le statue rappresentano pugilatori, arcieri e guerrieri. Tutti rappresentanti probabilmente gli inumati che si pensava appartenessero a un ceto sociale aristocratico maschile, vista l’assenza di resti di donne e bambini. Molte di queste sono conservate qui, mentre altre al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Oltre ai ritrovamenti delle statue , compaiono anche i pezzi di modelli di nuraghe, di grande rilievo per la storia sarda, che ancora studia e si interroga sul grande mistero che avvolge la civiltà nuragica e la costruzione di queste imponenti strutture.
Ci sono voluti anni prima che queste statue potessero raggiungere la luce e il pregio di essere ammirate dal mondo intero. Grazie ai numerosi ritrovamenti, Cabras e i dintorni, sono una delle zone in Sardegna che più possono raccontare un ricco passato di popoli lontani, che qui transitavano. L’intera Penisola del Sinis era, infatti, crocevia di tanti popoli e importante rotta commerciale, forse tra le più centrali e importati di tutto il Mediterraneo.
Tharros
Sapete perché Tharros ha un immenso valore archeologico per tutto il Mediterraneo? Perché è l’unica città antica in cui si possono ammirare oltre due millenni di storia, concentrati in pochi chilometri quadrati. Per la sua posizione Tharros risultava essere un centro di grandissima importanza per le rotte commerciali. Il promontorio del capo di San Marco la protegge a ovest, mentre a est si apre il Golfo di Oristano, il cui mare calmo garantiva un porto sicuro per le navi.
Tharros è una città fondata dai fenici nell’VIII secolo a.C., ma nel corso dei secoli ha visto succedersi svariati popoli che navigavano nelle acque mediterranee. Era una città cosmopolita, dove chi approdava si sentiva parte di questo luogo. Al suo interno si scambiavano merci che arrivavano da lontano e si mischiavano culture e tradizioni.
Difficile dire come fosse esattamente Tharros in quei secoli, ma dalle ricostruzioni doveva trattarsi di una città molto grande per quei tempi, si parla che li vi abitassero circa 5000 persone. Oggi Tharros si presenta al visitatore come una sorta di anfiteatro all’aperto in cui la maggior parte dei resti sono il lascito della successiva conquista romana. Tharros all’epoca era una delle città più civilizzate di tutto l’impero romano, con un sistema fognario e stradale molto sviluppati.
A dominare dall’alto l’antica città, compare la Torre spagnola di San Giovanni. Come altre torri costiere, venne edificata intorno al XVI secolo, per proteggere le popolazioni locali dalle incursioni dei pirati e dei corsari barbareschi. Il suo nome deriva dall’omonimo paesino alle sue pendici.
San Giovanni di Sinis
Un tempo paesino di pescatori, oggi località turistica dai paesaggi pittoreschi e selvaggi allo stesso tempo. San Giovanni di Sinis è stato abitato sino agli anni Ottanta solo da pescatori. In quegli anni avevano costruito le loro casette nel rispetto della natura e vi abitavano durante la stagione della pesca. Piccole abitazioni costruite direttamente sulla sabbia e fatte di pochi ed essenziali materiali come il falasco, facilmente reperibile nella zona. Grazie alle sue doti naturali, il falasco si dilatava in inverno impedendo il passaggio della pioggia, mentre d’estate col caldo si stringeva in modo tale da garantire il circolo di aria fresca. “Is barraccas“, come venivano chiamate, erano quindi molto ecologiche e adatte a tutte le stagioni, nonostante fossero prive di servizi igienici.
Nel 1986 furono purtroppo demolite, a causa degli abitanti del posto che le utilizzavano come seconde case. Tante andarono bruciate e distrutte perché non sicure. Oggi ne è rimasta solo una, che ancora si erge coraggiosa, proprio sulla spiaggia.
La piccola località di San Giovanni ospita anche l’omonima chiesa ed è interessante sapere che è la più antica della Sardegna. Fu eretta nel VI secolo d.C. su una necropoli pagana e adibita successivamente alla fede cristiana. Sorge, inoltre, lungo la strada che un tempo collegava Tharros a Cornus, l’attuale zona tra Torre del Pozzo e S’Archittu.
La piazza principale, Sa Pratza de Sa Festa, da dove parte il trenino che porta a Tharros, si anima per tre giorni in occasione della festa di San Giovanni Battista ad Agosto.
San Salvatore
Poco prima di raggiungere Tharros, su uno svincolo a destra si trova il piccolo e famosissimo santuario di San Salvatore, ambientazione dei famosi “Spaghetti Western”. Questo luogo sacro è stato per anni un set cinematografico di film, che tanto hanno appassionato gli amanti del far west. Le piccole casette disposte intorno alla chiesa lo rendono un posto molto caratteristico, abitato per pochi giorni a settimana durante la Corsa degli Scalzi a settembre. Un luogo sacro molto conosciuto anche perché la chiesa al di sotto conserva un ipogeo, adibito un tempo a luogo di culto.
Andateci per la Corsa degli Scalzi a inizio settembre, sarà davvero un’occasione unica di ammirare una festa tradizionale, tra le più suggestive dell’isola, per il patrimonio storico che si porta dietro.
Potrei raccontare ancora tantissimo sulla Penisola del Sinis, ma come sempre credo che certi posti non abbiamo bisogno di troppi racconti. Questa è davvero tra le zone più belle in Sardegna, che merita una visita di più giorni, per potersi immergere appieno nella sua atmosfera.
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