Cosa fare un giorno a Ghilarza e dintorni? Vi porterò nel paese in cui è cresciuto uno degli esponenti politici di maggior spicco in Europa, Antonio Gramsci.
Ghilarza è stato, negli anni Sessanta, il paese con la più alta percentuale di laureati, la cultura, dunque, come linfa vitale di questo piccolo centro. Tra antichi santuari e paesaggi che si perdono a vista d’occhio, ci regala ancora angoli di pura bellezza.
Una zona molto ricca dal punto di vista archeologico, dove è facile ammirare domus de janas, tombe dei giganti e nuraghi in cui la natura cresce rigogliosa.
Ghilarza
Ghilarza è un importante centro culturale situato nel Barigadu. La sub regione delle foreste di querce e dell’infinita macchia mediterranea, dove si trova anche il bacino artificiale tra i più grandi d’Europa, il lago Omodeo.
Un centro storico invidiabile, che ancora oggi mostra la sua bellezza attraverso le case di pietra basaltica, di origine vulcanica, che donano al paese il carattere distintivo tipico dei centri abitati di questa zona. Ghilarza, infatti, è conosciuta per la lavorazione del basalto e l’antica arte degli scalpellini, che con grande maestranza modellano la pietra. Artefice di questa manifattura, fu probabilmente l’influenza pisana e la volontà degli ordini monastici.
Un’arte tramandata di padre in figlio e che ha fatto nascere a Ghilarza, una nuova categoria di lavoratori, “sos maistros de muru“, i muratori, conosciuti in tutto il mondo per la loro abilità. Gli stessi, infatti, sono stati i protagonisti principali di varie opere edilizie tra le più importanti al mondo, come il lastricato di Piazza Rossa a Mosca.
Il paese è famoso anche perché qui è cresciuto Antonio Gramsci, uno dei fondatori del Partito Comunista d’Italia, di cui divenne il maggiore esponente.
Antonio Gramsci e la casa museo
Antonio Gramsci è uno degli uomini più influenti nel panorama politico europeo del Novecento. Le sue famosissime “lettere dal carcere” vengono tradotte ancora oggi in tutto il mondo. Sono una testimonianza significativa di una mente eccelsa, il cui pensiero affascina per il suo parlare di sé, che coinvolge tutti in una prospettiva condivisa della sua vita. La sua visione di società era molto lontana da quella dell’attuale classe politica e forse anche per questo resterà un uomo d’eccezione della storia italiana.
Nel centro di Ghilarza, nella casa in cui Gramsci ha passato gran parte dei suoi anni, si possono rivivere le tappe della sua vita, tra gli scritti e i suoi oggetti. Una casa ristrutturata che custodisce il ricordo di una personalità poliedrica e rende viva la sua eredità.
La visita guidata è molto interessante ed è consigliato assolutamente prenotare in anticipo, a causa delle norme covid il limite massimo per ogni visita è di 4 persone.
Centro storico Ghilarza
Nel centro storico di Ghilarza oltre alle antiche case in basalto è possibile passeggiare e visitare alcuni dei monumenti più importanti. Un breve itinerario che vi farà percorrere in più tappe i vari periodi storici che hanno interessato questo paese. Iniziando dalla Torre Aragonese, già usata come carcere, è un interessante esempio di gotico catalano militare. Risale al Quattrocento ed è imponente, suddivisa in tre piani, oggi restaurata e trasformata in centro culturale.
Davanti alla torre si erge la chiesa romanica di San Palmerio del 1200, con una stupenda facciata dalla perfetta combinazione cromatica. A seconda della luce i colori bianco, rosso trachite e nero si alternano creando dei giochi di colori. La struttura si inserisce in maniera impeccabile nel paesaggio urbano e attrae per la sua unicità.
Ultima cosa da fare e vedere, ma non meno bella, è la Parrocchia Beata Vergine Immacolata, costruita nel 1533 nello stile tipico catalano. La chiesa ha subito numerosi restauri che ne hanno cambiato la sua struttura ad eccezione del campanile.
Novenario San Serafino
A distanza di pochi chilometri da Ghilarza, c’è un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato, è il Novenario di San Serafino. Si erge nel bellissimo paesaggio del Barigadu, con una vista spettacolare che si affaccia sulla diga di Santa Chiara. Il novenario si anima i giorni della festa, in cui i fedeli si riuniscono per nove giorni a celebrare la novena. Intorno le 103 “muristenes“, piccole casette per i novenanti, in cui si raccolgono in un’atmosfera di intimità proprio per la festa. Durante questa ricorrenza vi è anche la processione con la statua del santo che passa davanti alle case e viene anticipato dai bambini, che bussano ad ogni casetta per annunciare il suo arrivo. A seguire canti, balli e cene, in un clima di pace assoluta e profonda familiarità.
Il contesto nel quale si inserisce il novenario comprende anche altri santuari intitolati a santi del calendario greco. Forse questa ricca attività religiosa è dovuta alla presenza, secoli fa, dei monaci orientali che nell’alto medioevo, importarono i loro usi e costumi, tradizioni e pratiche agrarie, che diedero un’impronta fondamentale alla cultura dell’epoca.
Chiesa di Zuri
A soli 4 chilometri da Ghilarza si trova la chiesa di Zuri, che sorge su un altipiano sopra il lago Omodeo. Lo scenario è sicuramente molto particolare e la sua storia è davvero singolare. Nel 1924 quando venne costruito il bacino artificiale, la chiesa e il paese di Zuri, che si trovavano proprio sul punto di costruzione, furono sfollati. La chiesa è stata smontata e ricostruita concio per concio nella parte alta del lago, insieme alle nuove abitazioni del villaggio. Il vecchio paesino di Zuri giace sott’acqua e ogni tanto riappare nei periodi più siccitosi. Grazie a questa importante opera di ingegneria architettonica, la struttura fu ricostruita in soli 28 giorni.
La chiesa di San Pietro, in stile romanico lombardo, con elementi gotici, appare come una struttura imponente di pietra lavica rossastra. Il campanile a vela si poggia sulla navata unica, il cui interno è molto semplice. Si presume sia nata inizialmente come cappella di un’abbazia benedettina femminile e ristrutturata più volte. Particolare è la facciata in cui si possono osservare delle sculture come la scena biblica di Daniele nella fossa dei leoni. Compare, inoltre, la più antica rappresentazione del ballo sardo; in realtà si tratta più probabilmente di una rappresentazione di pellegrini in cammino.
Lasciatevi incantare dalla bellezza di questi luoghi, dove ogni stradina conduce a una piacevole scoperta. Potrete percorrere gli itinerari gramsciani o l’itinerario romanico della Sardegna centrale, per conoscere un altro pezzo della nostra storia.