Ovodda, il paese del pane e del carnevale di Don Conte, dove ancora affascinano antichissime leggende e tradizioni.
Qualsiasi sia la strada che prenderete per arrivare a Ovodda, sarete immersi da tantissima vegetazione, leccete e sugherete. Una riconnessione alla natura pura, per una giornata lontano dalla città in cui godersi i colori dell’autunno.
Ovodda oltre ad essere immerso in un paesaggio naturale stupendo è anche uno dei pochi che conserva oltre 70 siti archeologici, alcuni visitabili, altri nascosti. Questo ci fa capire quanto questa zona della Sardegna fosse particolarmente viva e attiva già tanti secoli fa. Non è di certo un caso unico, visto che nei dintorni si contano tante altre località e paesi che custodiscono un vasto patrimonio archeologico.
Cosa visitare a Ovodda?
Panificio Soru
Non può di certo mancare la visita in uno dei panifici, dove viene prodotto il tipico pane carasau, pane ‘e fressa come viene chiamato qui, icona dell’isola intera. Una tradizione che viene portata avanti e tramandata di generazione in generazione.
Il pane non è un semplice prodotto che imbandisce le nostre tavole nelle grandi occasioni o nella quotidianità. Il pane è il simbolo della nostra identità, è convivialità, cultura e tradizione insieme. Ovodda porta avanti con orgoglio questa produzione, tanto da vantare il titolo di Paese del Pane.
Una produzione fortemente legata alla cultura agropastorale, in un centro che è stato a lungo crocevia della transumanza.
Il Panificio Soru è sicuramente uno dei panifici migliori, che fa della qualità del grano il suo punto di forza per realizzare un pane unico. Prodotto con ingredienti semplici e genuini, come si faceva una volta, per preservare e garantire la qualità. Un pane che valorizza il territorio sardo, grazie all’utilizzo di sole farine sarde e che gli è valso il premio del Sardinia Food Awards, nella categoria “pane”.
Una piccola azienda a conduzione familiare, in cui Fabio e la sua famiglia tramandano l’esperienza del padre da ormai trent’anni. Fare un pane di qualità, utilizzando ottime materie prime come il grano Senatore Capelli, il grano sardo per eccellenza, è il focus dell’azienda pluripremiata.
All’interno del panificio si possono osservare tutti i processi di lavorazione del pane carasau, che l’azienda propone anche in altre versioni diverse da quella tradizionale e che esporta in varie parti d’Europa. Potrete acquistarlo direttamente sul sito https://www.panecarasausoru.it/.
Centro storico Ovodda
Il centro storico è davvero caratteristico. Si presenta come il classico borgo montano, in cui sono ancora conservate le tipiche abitazioni del centro Sardegna. Tra le sue vie prevale quello che è il materiale tipico di queste case, il granito, di cui Ovodda è conosciuta per la lavorazione.
Sarà rigenerante una passeggiata silenziosa tra le sue vie ciottolate per ammirare la chiesa del patrono San Giorgio, di origine aragonese, con l’alto campanile settecentesco. Nei muri del paese si possono osservare anche vari murales.
La vostra attenzione verrà catturata sicuramente da un edifico blu elettrico, che spicca tra il grigio del granito, si tratta del primo asilo di Ovodda, che ora è abitato da privati.
Archeologia di Ovodda
Ovodda conserva nel suo territorio un vastissimo patrimonio archeologico, tra nuraghi, menhirs e domus de janas. Una di queste, facilmente accessibile a tutti, è quella di S’Abba Bogada, molto vicina al paese.
Le domus de janas sono le tipiche tombe usate per la sepoltura in epoca prenuragica e chiamate anche casa delle fate, infatti, secondo le leggende vi abitavano creature fatate. Visitarle vi farà sentire all’interno di un mondo magico.
La sua stranissima forma, la rende davvero suggestiva, soprattutto per il paesaggio in cui è inserita, un’intero bosco di sugherete. Ovodda, infatti, è anche molto conosciuta per l’estrazione del sughero.
Don Conte e il Carnevale
Il Carnevale barbaricino famoso in tutto il mondo è tra le tradizioni più sentite nel centro Sardegna. Tante sono le maschere tradizionali e le diverse tradizioni dei piccoli paesi. Ovodda è sicuramente molto conosciuta per Don Conte, celebrato nel “giorno proibito”, il mercoledì delle ceneri.
La sua leggenda unica arriva da molto lontano, si narra che Don Conte fosse un prete feudatario, che insiediatosi a Ovodda asservì l’intera popolazione. Stanchi dei soprusi, gli abitanti si ribellarono e a seguito di un processo lo giustiziarono, bruciandolo e gettandolo dal ponte che oggi si trova all’ingresso del paese.
Ogni anno in questa giornata, vari giovani del paese preparano un fantoccio con la pancia di stracci, una faccia di carta pesta e sughero e un organo maschile molto accentuato. Viene issato su un’alta impalcatura di ferro e trasportato da un asino. Dalle tre del pomeriggio sino all’imbrunire, Don Conte viene sbeffeggiato e deriso. Sos intintos, uomini vestiti di nero e col viso dipinto di sughero bruciato, lo seguono per la via principale del paese, per poi bruciarlo verso l’imbrunire e gettarlo in un dirupo. La fine vista come nuovo inizio, il mercoledì delle ceneri, infatti, precede la quaresima e la fede cristiana proibisce qualsiasi tipo di festeggiamento.
In questa giornata si assiste all’abolizione di ogni tipo di regola, in una celebrazione che è stata a lungo ostacolata dalla Chiesa, ma che conserva la follia e il delirio di un’antica tradizione.
La leggenda di Monte Lopene
Connessa alla vicenda di Don Conte è quella della leggenda di Monte Lopene, una località molto vicina a Ovodda. Si pensa che qui venissero accompagnati a morire gli anziani, che venissero picchiati e gettati da una roccia a strapiombo. Sto parlando della pratica del geronticidio, pratica brutale in vigore secoli fa in Sardegna.
Gli anziani che arrivavano al settantesimo anno di età, venivano uccisi dai loro stessi figli, un rituale che garantiva la rigenerazione della società. Sono stati ritrovati anche dei resti proprio sotto la roccia da cui venivano gettati gli anziani dopo le percosse.
Il Monte Lopene è oggi meta di appassionati di trekking o mountain bike e un luogo in cui godersi gli immensi boschi barbaricini.
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