Una mini guida di Nuoro, l’Atene della Sardegna, che si prepara a un’estate di eventi dedicati ai 150 anni di Grazia Deledda. Il capoluogo della Barbagia, fulcro di cultura, si anima per ricordare la scrittrice.
Nuoro viene chiamata anche Atene sarda, perché qui sono nate le personalità di spicco della cultura nazionale. Salvatore Satta, noto scrittore de “Il giorno del giudizio”, Francesco Ciusa, scultore rinomato per l’opera “La madre dell’ucciso”. E ancora Grazia Deledda vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 1905, Antonio Ballero, pittore, scrittore e fotografo. Questi non sono altro che alcuni nomi delle identità che hanno portato Nuoro ad essere l’Atene sarda.
Corso Giuseppe Garibaldi è sicuramente uno dei punti da cui iniziare la scoperta dei luoghi che l’hanno resa culturalmente una delle città più conosciute e attive. I locali storici, tra cui il Caffè Tettamanzi, animano questa via, che ancora conserva il lastricato originale e che conduce agli itinerari deleddiani, di cui già vi avevo parlato (leggi anche LA GALTELLÍ DELEDDIANA, RIVIVE SULLE TRACCE DI GRAZIA DELEDDA).
Nuoro si presenta come una piccola cittadina nel cuore della Sardegna, custode di un’immensa cultura e capoluogo di una provincia che affonda la sua esistenza in tradizioni antichissime, la Barbagia. Questa è anche la zona che da molti viene considerata la vera Sardegna, quella in cui sono ancora fortemente vivi i valori di un passato prospero. Dal quartiere di Seuna, a quello di Santu Predu, Nuoro regala scorci di storia, che insieme ai musei e al Monte Ortobene, la rendono una destinazione unica e suggestiva.
Santu Predu
Santu Predu è il cardine della storia di Nuoro ed è qui che visse Grazia Deledda. Passeggiare per le vie di questo piccolo quartiere é come rivivere i posti che furono a lei tanto cari. L’intimità e la pace che si respirano, trasmettono la sensazione di essere in un piccolo borgo estraneo alla città. I passi dei suoi romanzi si riversano nelle tante case in granito, nelle strade strette un tempo molto vivaci, nelle piazzette che offrono attimi di riposo e nella vista del Monte Ortobene, che da più punti domina la città.
Nei dintorni di Santu Predu si erge anche una delle piazze che tutti invidiano a Nuoro, Piazza Sebastiano Satta, un vero e proprio capolavoro, nato dalle mani sapienti di uno degli scultori sardi più visionari, Costantino Nivola. Una grande piazza circondata da edifici bianchi, interamente dedicata al poeta Salvatore Satta, che lì vi abitava e commissionata dal comune di Nuoro nel 1965. I lavori di progettazione e realizzazione affidati a Nivola durarono due anni. Un’opera molto particolare, costituita da lastroni di granito, nei quali sono incastonate delle statuette bronzee rappresentanti diversi momenti di vita del poeta.
Un’altra piccola perla, situata tra Santu Predu e Piazza Sebastiano, è Piazza Su Connottu, dedicata all’omonimo movimento, dove si erge la piccola chiesa di Santa Croce. Poco prima, invece, un’altra opera d’arte, Piazza Salvatore Satta.
Seuna
Seuna è un altro polo storico importante, attorno al quale si è poi sviluppata l’intera città di Nuoro. Le vie lastricate, conducono alle chiese storiche, come la chiesa seicentesca della Madonna delle Grazie e la chiesa della Madonna del Carmelo, ricostruita nell’Ottocento. Si trova qui il Convento dei Padri minori osservanti, in cui la bambina Cosima, nella realtà Grazia Deledda, frequentò le scuole elementari:
“Il convento ha due ingressi, uno per i maschi, l’altro per le femmine. [..], con le finestre munite di inferriata, dalle quali però si vede il verde degli orti e si sente il fruscio dei pioppi e delle canne della valle sottostante”.
cosima, grazia deledda
MUSEI
Essendo la capitale della cultura sarda, Nuoro ospita vari musei, tutti molto interessanti e che conservano la tradizione secolare, ma anche musei che danno spazio alla contemporaneità.
Museo Grazia Deledda
Il museo Grazia Deledda, ha sede nella casa natale della scrittrice e le varie stanze raccontano la sua vita. La ricostruzione della casa nei minimi dettagli, é stata possibile grazie al romanzo autobiografico di “Cosima”, in cui Grazia descriveva il luogo in cui viveva e il suo sogno di diventare una grande scrittrice. Il cortile interno, le stanze arredate come un tempo e quei profumi che ricordano tanto la casa delle nostre nonne, lo rendono un museo prezioso, per il valore culturale che ancora oggi conserva.
Nella parte esterna si trova il giardino, un luogo davvero speciale, in cui rilassarsi dopo la visita. Una menzione particolare la dedico ai profumi della cucina e della dispensa, che ricordano la casa delle nonne, tra salumi e formaggi, conserve, pomodori essiccati, uvetta e mandorle. Tutti ingredienti della cucina genuina di un tempo. Un percorso culturale, ma anche sensoriale che vi porterà indietro nel passato.
Museo del costume
Il museo del costume, é un museo etnografico che racchiude costumi e tradizioni di tutta l’isola, un vero e proprio gioiello della Sardegna. Un museo che non ha eguali e che rappresenta il simbolo della nostra terra. É interamente dedicato alle tradizioni, ai costumi, ai modi di abitare e vestire, ai tessuti, alle feste popolari, al pane e ai gioielli. Un estremo valore antropologico in uno spazio ben organizzato e molto curato, in cui immergersi appieno nella cultura isolana. Non si può andare a Nuoro senza visitare questa perla dell’Atene sarda.
Poco sopra il museo si estende il piccolo parco del Colle di Sant’Onofrio, ideale per una passeggiata tranquilla, da cui ammirare la vista sulle campagne nuoresi.
Per saperne di più http://www.isresardegna.it/
Man
Il MAN è il museo d’arte della provincia. Uno spazio espositivo ambientato in una casa degli anni venti, proprio dietro il Corso di Nuoro e che rappresenta un importante nucleo culturale per l’arte contemporanea della città. É una vera eccellenza per le opere dei maggiori maestri sardi del Novecento che ospita, come Ballero, Biasi, Ciusa, Nivola e altri, ma anche per le mostre temporanee che vengono allestite ogni anno. Un ambiente moderno e innovativo, in cui la divulgazione avviene anche attraverso svariate attività didattiche, che garantiscono una maggiore interazione con l’area museale.
Spazio Illisso
Un piccolo angolo di paradiso nel cuore della città, in cui un’antica villa fa da scenario alla mostra permanente delle foto di Marianne Sin-Pfältzer. Una delle fotografe più straordinarie al mondo, una grande viaggiatrice e conoscitrice della nostra isola. La villa di fine 800 inizi del 900, si mostra in tutto il suo splendore, frutto di un ottimo lavoro di restauro, che ha mantenuto quasi intatto l’edificio senza trasformarlo. La struttura ospita al piano terra l’esposizione permanente, mentre al primo piano vi sono le esposizioni temporanee. Uno spazio dinamico dedicato alla cultura nel senso più ampio, in cui le diverse attività artistiche convogliano in una struttura fruibile a tutti.
Sul sito trovate maggiori info https://www.spazioilisso.it/
Oltre a questi musei Nuoro ne ospita altri due: Il Museo Ciusa e il Il Museo Archeologico Nazionale “G. Asproni”, al momento chiusi per problemi strutturali, ma che meritano sicuramente una visita in futuro.
Monte Ortobene
Il Monte Ortobene di cui tutti i nuoresi vanno fieri, è motivo di grande orgoglio e attaccamento. Grazia Deledda scriveva:
“No non è vero che l’Ortobene possa paragonarsi ad altre montagne. L’Ortobene è uno solo in tutto il mondo: è il nostro cuore, è l’anima nostra, il nostro carattere, tutto ciò che vi è di grande e di piccolo, di dolce e duro e aspro e doloroso in noi”
grazia deledda
Qualche giorno fa è stato presentato il primo atlante del monte, che offre svariati sentieri naturalistici, una mappatura dei siti archeologici e dei toponimi. Il parco dell’Ortobene è l’oasi ideale per tutti coloro che amano stare a contatto con la natura e rilassarsi, in un’area ben attrezzata e organizzata anche per i bambini.
La famosa statua del Redentore si trova proprio nella sua sommità. Conosciuta sia per la festa che viene celebrata ogni 29 agosto, sia per il suo piede, che dicono porti fortuna se lo si tocca.
La storia della statua è molto singolare. Venne eretta nel 1901 durante la celebrazione del Giubileo, per il quale Papa Leone XIII, chiese venissero realizzati monumenti del Cristo Redentore in ogni nazione d’Italia e per la Sardegna si scelse proprio il Monte Ortobene. Realizzata a Napoli dallo scultore Vincenzo Jerace, i diversi pezzi di cui è composta, vennero trasportati e assemblati direttamente sul posto. Con un’altezza di 7 metri domina Nuoro da un bellissimo punto panoramico, quasi a proteggere tutta la città.
Il Monte Ortobene offre il perfetto mix tra natura, archeologia e tradizioni. A riguardo nelle vicinanze, si trova un ovile molto suggestivo, chiamato Sa Conca, una sorta di fungo granitico, al cui interno fu ricavata una casa. Oggi è l’ultimo ovile della zona dell’Ortobene. La struttura agro-pastorale è gestita, adesso, da una famiglia di caprai, che da generazioni pascolano una cinquantina di capre nei terreni circostanti.
Nuoro
Nuoro purtroppo non è una meta ambita da quei turisti, che in Sardegna ci arrivano solo per il mare spettacolare. La città e tutta la provincia sono la vera essenza di quest’isola, sono il suo cuore pulsante, che batte a suon di tradizioni millenarie, di una cultura autentica e che pochi vogliono scoprire. Qui gli abitanti sono tra i più ospitali, in un territorio a lungo ostile e difficile da raggiungere, forse anche per questo isolato e poco considerato.
Nuoro eredita la storia di un passato tribolato, dai Romani che definirono gli abitanti di queste terre barbari e da cui prende il nome la regione Barbagia, al movimento Su Connottu. Nel 1868 Nuoro, fu protagonista di una grande insurrezione, che viene ricordata oggi per essere uno dei fatti storici più importanti. In seguito all’editto delle chiudende promulgato da Vittorio Emanuele I, i terreni che che fino ad allora erano di proprietà collettiva, divennero privati. In questo modo si tolse ogni diritto ai villaggi che li utilizzavano per il pascolo, creando un grande malcontento tra le popolazioni.
Con il motto Torrare a su connottu, (tornare a ciò che si è sempre conosciuto), il movimento chiedeva il ripristino del vecchio sistema di gestione dei terreni. Cosa che non avvenne mai e che determinò l’accentuarsi del Banditismo, che ormai aveva preso piede da anni.
Cultura gastronomica
Sarebbe davvero difficile riassumere in poche parole la cultura gastronomica di Nuoro e dintorni, ma sono sicuramente da provare le tantissime prelibatezze offerte dai vari ristoranti di qualità, sparsi per tutta la città. Un’eccellenza è certamente Su Filindeu, un tipo di pasta da minestra, fatta di semola di grano duro, cotta col brodo di pecora e condita con pecorino. Un piatto tipico che viene fatto solo qui a Nuoro e che si porta dietro una tradizione secolare.
Due giorni non basterebbero per godersi appieno questa città, per assaporare ogni suo piatto tipico, vivere le sue tradizioni, visitare i suoi musei e i suoi parchi. Non basterebbero di certo a comprendere l’immensa cultura e la ricchezza che trasmette.
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, Nuoro non è come appare al visitatore frettoloso, Nuoro è molto di più e l’unico modo per conoscerla davvero è viverla!