In questo on the road da Bosa a Tresnuraghes, vi farò scoprire l’entroterra della Planargia, immersa negli scenari spettacolari del Montiferru. La terra degli uliveti e della Malvasia a pochi passi dal borgo pittoresco di Bosa.
La Planargia si estende tra colline verdeggianti e la costa dal mare blu, conservando la sua unicità di zona poco turistica. Una zona caratterizzata da altipiani e in cui sono tante le tracce di un passato archeologico rigoglioso.
Anche stavolta voglio guidarvi attraverso una giornata tra le bellezze nascoste della Sardegna, in cui faremo un breve tour toccando quattro paesi diversi e partendo dalla splendida Bosa.
Bosa
Bosa non ha di certo bisogno di presentazioni, la si intravede dalla strada statale 129 bis, dove si trova il punto panoramico sulle case colorate che si aggrappano alla collina. In alto l’imponente Castello dei Malaspina, che domina la vista fino al mare. Un centro storico che si inerpica sul colle di Serravalle, tra vicoli e scalinate, in cui spiccano i bellissimi colori pastello delle casette.
Le conce
Una passeggiata nel lungo Temo, l’unico fiume navigabile in Sardegna, da dove ammirerete le conce, che hanno reso famosa Bosa sul palcoscenico nazionale. Un vero esempio di archeologia industriale, in cui veniva lavorata la “vacchetta”, ottenuta dalle pelli bovine.
Gli edifici delle conce richiamano le abitazioni della città, poiché utilizzano la vulcanite trachite rossa nelle cornici di porte e finestre e l’intonaco rosato ottenuto dalla miscela della calce con la polvere vulcanica. In tutti si ripetono i timpani e i tetti a capanna, che formano una facciata unica e pressoché ininterrotta. Alla semplicità dell’esterno corrisponde l’organizzazione funzionale degli interni: due piani con soffitti di legno, collegati da scale e completati con macchine e arnesi per la lavorazione del pellame. In genere il piano superiore era riservato alle fasi di finitura di due prodotti in particolare, la suola e la vacchetta, richiesti soprattutto a Cagliari dai legatori di libri.
Cattedrale dell’Immacolata Concezione
Nel lato opposto alle concerie si sviluppa il bellissimo centro storico di Bosa, in cui approfittare di una visita alla Cattedrale dell’Immacolata Concezione. L’edificio di origine medievale, si presenta oggi come un insieme di stili diversi, in cui si alternano il tardobarocco e il neoclassico. Particolari sono le pitture al suo interno, a opera di Emilio Scherer, un artista parmense molto apprezzato per i suoi lavori straordinari sparsi in tutta l’isola.
Centro storico Bosa
Bosa col suo centro storico è forse uno dei luoghi più belli d’Italia. Le strette vie ricche di piante e fiori che si confondono tra i colori tenui delle casette. Avete presente le case dei paesini delle fiabe? Ecco Bosa ha qualcosa di fiabesco e resterete incantati a camminare attraverso un arcobaleno terrestre. Visitarla in bassa stagione vi farà godere appieno della sua magia.
Castello Malaspina
Tra una via e una scalinata arriverete in cima al colle di Serravalle, in cui si erge ciò che resta del Castello Malaspina, costruito nel 1112 e la cui storia è avvolta in una misteriosa leggenda. Si dice che la famiglia dei Malaspina vi si trasferì nell’XI secolo e che il geloso marchese costruì un sottopassaggio segreto dal castello alla cattedrale per consentire alla moglie di andare in chiesa, lontana da occhi indiscreti. In seguito a un raptus, le tagliò le dita di una mano e le avvolse in un fazzoletto. Un giorno, non curante della follia fatta, le mostrò a degli amici e fu per questo che venne imprigionato. La leggenda narra che le dita della moglie giacciano ancora nelle mura del castello.
Oggi si può ammirare una struttura medievale costruita in varie fasi, dallo stesso architetto Capula, che costruì anche le Torri di San Pancrazio e dell’Elefante a Cagliari.
Piscina Cane Malu
A Bosa Marina, si trova una delle meraviglie naturali che offrono le coste sarde, la Piscina di Cane Malu. Si tratta di una piscina naturale scavata grazie all’erosione della roccia di trachite bianca. Il suo nome ha probabile origine nella forma della roccia che sembra una coda di cane che col mare mosso si agita.
Il paesaggio intorno è surreale e vi sembrerà di stare sul suolo lunare, con piccoli crateri e roccia bianca.
Modolo
Sapete che Modolo è il più piccolo comune sardo per estensione? Si trova a pochi chilometri da Bosa ed è circondato da vigneti di Malvasia e oliveti che producono un ottimo olio. Il comune ha solo 200 abitanti circa e nacque in epoca punica, trasformandosi poi in epoca medievale.
Nel centro storico compaiono alcune statue in basalto, dedicate a personaggi di spicco del panorama culturale sardo, di cui vi ho parlato in articoli precedenti, come Grazia Deledda e Antonio Gramsci. (Vedi LA GALTELLÍ DELEDDIANA, RIVIVE SULLE TRACCE DI GRAZIA DELEDDA, COSA FARE UN GIORNO A GHILARZA E DINTORNI).
Poco fuori dal paese si trova la Chiesa della Madonna del Grappolo, in stile romanico e di recente edificazione, dalla quale si può ammirare il paesino che riprende le case colorate di Bosa. La dedica del nome è legata alla tradizione vitivinicola del territorio intorno a Modolo.
Magomadas
Proseguendo sulla strada provinciale 35, arriverete a Magomadas, un punto panoramico stupendo, dal quale ammirerete sia Modolo che gran parte della Planargia.
Il paese è un altro dei borghi autentici d’Italia ed è stato inserito tra le città del vino, infatti, fa parte della Strada della Malvasia di Bosa. La fertile campagna circostante e le antiche casette ne fanno un borgo davvero pittoresco, in cui potrete fare una passeggiata a piedi, visitare il Museo del Vino (informarsi prima se aperto) e la Chiesa Parrocchiale San Giovanni Battista. Fu costruita nel XIII secolo dalla popolazione fuggita dall’antico sito litorale. A navata unica e con un pregevole arco in trachite rossa, opera dei maestri “piccapedreris” di Macomer, risalente al 1631.
Nei locali parrocchiali è custodito ancora il drappo saraceno risalente al 1684, che ricorda il violento scontro tra i pirati saraceni e i Magomadesi. Gran parte degli invasori venne uccisa e a fine battaglia rimase nelle mani degli abitanti un drappo della bandiera usato nelle navi cristiane, ancora oggi ben conservato.
La particolarità del centro storico di Magomadas sono sicuramente le piccole cantine ospitate in antiche case, ognuna delle quali produce vini di prestigio legati fortemente al territorio, primo fra tutti la Malvasia.
Tresnuraghes
Il nome di Tresnuraghes è facilmente riconducibile alla presenza di tre nuraghi in corrispondenza dell’odierno centro abitato, oggi andati distrutti. Il piccolo paese di poco più di 1200 abitanti si trova al confine tra Planargia e Montiferru.
In centro predominano case basse che si sviluppano intorno alla Chiesa di San Giorgio Martire e al vicino museo Casa Deriu, che rappresenta un unicum in Sardegna. Qui farete un viaggio nel tempo, si parte dalla storia di una famiglia borghese sarda del XVIII-XIX secolo, per trattare altri argomenti tra cui il giornalismo sardo, la moda, la stampa e i viaggi. Non perdetevelo, perché oltre ad essere particolarmente interessante è unico nel suo genere.
Tresnuraghes è anche una delle tappe del trenino verde che da Bosa conduce a Macomer, potrete fare un’esperienza davvero sensazionale, per scoprire il territorio e i prodotti tipici. Nel sito di https://www.esedraescursioni.it/ troverete tante idee e il calendario completo.
Non vi resta che prendere la macchina e partire per un nuovo tour tutto sardo!
DA VEDERE NELLE VICINANZE TINNURA E FLUSSIO, DUE PASSI NEI PAESI DELL’ARTE
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